Da troppi anni gli agricoltori siciliani resistono e combattono contro normative inapplicate o sistemi distorti che penalizzano l’agricoltura, scoraggiando soprattutto i piccoli produttori, sopraffatti dalle schiaccianti regole di mercato e dalle grandi aziende del settore agroalimentare.
La Sicilia è un territorio in grado di offrire unicità e qualità di prodotti che meritano il riconoscimento del giusto valore, nonché una pronta risoluzione delle criticità che investono la filiera e che oggi più che mai ne mettono a rischio la sopravvivenza.
Per questi motivi Attiva Sicilia si pone al fianco degli agricoltori ritenendo che il sostegno del comparto agricolo sia centrale per l’economia e lo sviluppo della nostra Isola, ricordando che la Sicilia conta oltre 79 mila imprese attive, con 16 mila produttori biologici, quasi il 10% del totale dell’intero Paese.
CHIEDIAMO
1 Giusto prezzo dei prodotti. Tema centrale per l’agricoltura siciliana è la revisione dei parametri di determinazione dei prezzi con la grande distribuzione organizzata, attraverso il recepimento e l’applicazione della direttiva europea 2019/633 che mira a contrastare le pratiche di concorrenza sleale. I prodotti, infatti, vengono venduti sul mercato ad un prezzo 10 volte superiore a quello riconosciuto all’agricoltore, pertanto è necessario fissare un prezzo equo e adeguato ai costi di produzione. Tale revisione non solo renderebbe sostenibile il lavoro dei piccoli produttori, ma incentiverebbe la tutela della legalità dell’intera filiera produttiva, ad esempio nella lotta al caporalato.
2 Contratti di filiera. Accordi in supporto dei piccoli produttori, al fine di rendere i nostri agricoltori “attori della grande distribuzione” non più esclusi dal mercato.
Tali contratti sono uno strumento di sostegno fondamentale per garantire la competitività del settore agroalimentare, attraverso programmi di investimento integrati capaci di sviluppare tutti i segmenti della filiera, dalla produzione alla commercializzazione.
3 Sostegno e garanzie per i giovani agricoltori. Nell’ambito della misura del PSR (Programma di sviluppo rurale) dedicata ai giovani e all’avvio delle attività, i neo agricoltori spesso trovano ostacoli insormontabili per l’erogazione della prima tranche delle risorse – anche se già decretate – a causa della necessità di fideiussioni bancarie difficili da ottenere.
Chiediamo che la Regione attivi dei meccanismi di garanzia per l’erogazione del credito ai giovani agricoltori.
4 Etichettatura veritiera. La trasparenza è un requisito inderogabile, il consumatore deve poter scegliere conoscendo l’esatta origine dei prodotti nel rispetto degli standard di sicurezza alimentare e al diritto alla salute, evitando interpretazioni fuorvianti ed elusive.
Chiediamo che sia resa obbligatoria l’apposizione di un qr code di tracking, un codice leggibile tramite qualsiasi smartphone che descriva passaggio per passaggio la provenienza dei prodotti e i loro spostamenti. Il sistema di tracking andrà implementato progressivamente con il sistema della blockchain per impedirne la contraffazione o le modifiche successive.
Vanno eliminate le diciture fuorvianti per esempio “nazionalizzato”, il grano o è nazionale o è estero.
Va inoltre chiarito in etichetta l’esatto paese di provenienza delle materie prime.
5 Attuazione e uniformità delle norme in vigore a tutela dell’ agricoltura e della salute dei consumatori. La legislazione europea e italiana per quanto concerne i grani prevede il divieto d’uso del glifosato in pre-raccolta – erbicida diffuso in tutto il mondo e tacciato di essere cancerogeno - ma la stessa non vieta l’importazione di grani trattati con lo stesso erbicida, calpestando così il principio di precauzione previsto dall’art. 191 TFUE, a scapito degli agricoltori e dei consumatori.
6 Disincentivo ai biocidi tossici. Il glifosato e gli altri biocidi tossici sono pericolosi per la vita umana, animale e vegetale. Chiediamo che siano contrastati in tutte le regioni italiane attraverso incentivi alla conversione agroecologica e mediante l’aggiornamento dei Disciplinari di produzione integrata.
7 Transizione verso l’agroecologia. Anche per contrastare la crisi ambientale chiediamo che sia privilegiato un modello agricolo in connessione con l’ecosistema naturale circostante, che garantisca un livello minimo di specie autoctone e di biodiversità naturale e agronomica.
Un modello non unicamente incentrato su scala industriale – a vantaggio pressoché esclusivo dei grandi operatori – che includa e tuteli l’agricoltura contadina, nonché la coltivazione dei “cibi veri” con il sapore di una volta. Chiediamo misure economiche che consentano la sostenibilità della conversione agroecologica e il mantenimento delle colture non trattate con biocidi vietati nell’agricoltura biologica.